Le strutture neurali correlate all’amore sono peculiari, anche se condivise con altri stati emotivi strettamente affini.
Le aree coinvolte sono: l’insula mediana, il giro del cingolo anteriore e l’ippocampo (nella corteccia cerebrale), lo striato e il nucleus accumbens (a livello sottocorticale).
Queste aree sono regioni del “sistema della ricompensa”, proprio perché l’amore porta alla passione, che, a sua volta, esalta e rende euforici: questa euforia è data da elevate concentrazioni di dopamina, neurotrasmettitore associato alla ricompensa, al desiderio, alla dipendenza e proprio agli stati euforici.
Il rilascio di dopamina crea uno stato di benessere, favorisce il legame di coppia e l’attività sessuale, come pratica gratificante, utile alla cementificazione del rapporto di coppia stesso.
L’aumento di dopamina è accompagnato dalla diminuzione di serotonina (neurotrasmettitore correlato all’appetito e all’umore, ad esempio).
Una diminuzione di serotonina, nei primi stadi dell’amore romantico, è uguale anche in pazienti affetti da disturbo ossessivo-compulsivo: proprio per questo si dice che l’amore focalizza il pensiero e lo canalizza, quasi morbosamente, verso un’unica persona!
Nell’innamoramento iniziale è elevata anche la quantità del fattore di crescita nervoso, legato all’intensità dei sentimenti stessi.
Ah, certo, l’ossitocina e la vasopressina!
Ossitocina e vasopressina sono prodotte dall’ipotalamo e rilasciate e immagazzinate nell’ipofisi, che le riversa nel torrente circolatorio (in particolare durante l’orgasmo): sono alla base dell’attaccamento nell’amore.
Va detto che queste aree citate stabiliscono connessioni anche con la corteccia frontale, quella parietale e quella temporale mediale, ma anche con un ampio nucleo situato all’apice del lobo temporale, ossia l’amigdala.
Un aumento di attività nelle aree coinvolte nell’amore romantico si accompagna a una diminuzione di attività, o a una disattivazione, di queste zone corticali.
_ Artwork by Rachel Ignotofsky.
Ti dichiaro tutto il mio amore:
“Hai voglia di restare al centro del mio lobo frontale?”